Cos’è la piorrea?
Di cosa si tratta? E come riconoscere un’infiammazione di origine parodontale?
La piorrea non è una problematica irrisolvibile anzi, vedremo che si tratta, specialmente grazie al progresso nel campo dell’odontoiatria, di una patologia gestibile, sempre se viene posta la giusta attenzione e costanza nel trattamento.
Questo disturbo si lega ad un’infiammazione batterica e ad un graduale ritiro dei tessuti che sostengono i denti, i quali comprendono: cemento radicolare, legamenti, gengiva ed osso. L’insieme di questi elementi costituiscono il “parodonto”.
Molto spesso la piorrea si presenta inizialmente come una patologia asintomatica o, nel migliore dei casi, con sintomi nè caratteristici nè gravi. Ad esempio se durante il lavaggio dei denti noti un sanguinamento della gengiva, potrebbe essere un’irritazione locale e superficiale, ma se insieme a questo segnale, ne riscontri ulteriori come ascesso, lieve mobilità dei denti, fastidi vari durante la masticazione o alitosi frequente, è bene effettuare un controllo presso lo studio dentistico.
Cause della piorrea
Quali sono gli atteggiamenti da evitare per minimizzare il rischio di questa patologia?
Il detto “prevenire è meglio che curare” non mente mai: è importante apportare lievi cambiamenti ed accortezze nella tua vita quotidiana, dedicando qualche minuto in più alla gestione dell’ igiene orale, per evitare di contrarre ,a prescindere, disturbi più o meno gravi legati ai denti.
Dopo non più di mezz’ora dai pasti, è buona abitudine effettuare un lavaggio per rimuovere i residui di cibo che possono ledere progressivamente lo smalto dei denti, per assicurarsi una corretta pulizia è anche consigliato l’utilizzo di un apposito scovolino, da utilizzare dopo la pulizia. Inoltre non è da escludere il ruolo insostituibile del filo interdentale, che andrà a rimuovere completamente i corpi estranei dove uno spazzolino generico non arriva.
É consigliata una seduta di igiene professionale annuale, abbinando questo tipo di pulizia ad un controllo più approfondito, che mira alla rimozione del tartaro depositatosi sotto la gengiva. Anche il fumo di sigaretta o un’alimentazione eccessivamente calorica possono aggravare o scatenare un’irritazione, quale la piorrea.
Tra le cause, troviamo anche quelle congenite, dovute ad una trasmissione ereditaria che espone il paziente al rischio di contrarre la piorrea, persino in forma precoce. Il diabete ed altre malattie sistemiche di questo genere possono inoltre rivelarsi uno dei principali motivi per i quali si è inclini ad andare in contro ad un disturbo di questo tipo.
Conseguenze della piorrea
Quali sono i reali rischi con i quali ci si interfaccia se la si contrae?
L’etimologia di questa parola è da ricollegare alla lingua greca e suggerisce un defluire progressivo di sangue e pus. La masticazione è notevolmente limitata in queste condizioni, poichè i denti non si trovano più ancorati saldamente alla gengiva. Il parodonto risulta infatti parecchio infiammato e subisce esponenzialmente a gravi irritazioni, considerato che la piorrea mira al deterioramento di tutto i tessuti legati ai denti.
Nei casi più gravi e trascurati, si va in contro ad una caduta dei denti che devono essere impiantati ex novo dal dentista. Questa patologia colpisce principalmente l’insieme delle componenti che sostengono il dente, il parodonto.
Motivo per cui il termine “piorrea” è stato recentemente sostituito da uno più specifico, quale “parodontite”.
Trattamenti della piorrea
Come si può guarire da questa condizione?
Recenti sondaggi clinici stimano che la piorrea colpisca principalmente individui di mezza età. Soffrire di questo disturbo non è assolutamente una rarità in quanto si tratta di una tra le dieci patologie più diffuse al mondo!
Proprio perchè si parla di un disturbo frequente, la branca dell’odontoiatria che si occupa della piorrea si è specializzata moltissimo a proposito dei principali trattamenti da effettuare sul paziente che presenta un’infiammazione simile.
Anticamente l’unico modo per “curare” la parodontite era cercare una dentiera il più somigliante possibile ai denti caduti impropriamente. Ad oggi la parodontologia, ha effettuato talmente tanti progressi da essere in grado di agire anche sullo stadio più tardivo e più grave.
Il dentista può infatti tentare di preservare il dente naturale mediante interventi chirurgici:
- rigenerativi che mirano ad una ricostruzione della struttura, con l’aiuto di elementi suppletivi in grado di sostituire i tessuti danneggiati.
- resettivi al fine di equilibrare gli scompensi e gli squilibri del parodonto, dovuti ad un eccessivo accumulo batterico.
Ultimamente, si è presa in considerazione la laser terapia, che rimuove dagli spazi compresi tra il dente e i complessi gengivali i batteri, tramite un’approfondita sterilizzazione.
Questo tipo di trattamento ha il vantaggio di arrivare laddove non possono nè gli strumenti utilizzati dal dentista, nè le sostanze farmaceutiche e soprattutto mediante il laser si riducono progressivamente sia il sanguinamento che la mobilità dentale.
Qualora nemmeno questi tipi di trattamenti fossero sufficienti, è il caso di procedere con un ulteriore processo di implantologia, che implica l’utilizzo di radici artificiali di titanio per creare una protesi fissa.